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Tutto inizia al Salone di Torino del 1970, dove al prototipo dal nome Zero con due Geni come padri, Bertone nella carrozzeria e Marcello Gandini nel disegno, viene inserito il motore della Fulvia in posizione centrale posteriore. Gandini fu anche il designer delle Lamborghini Countach e Miura. Avete capito… Insomma, l’inizio è spettacolare.
L’auto assomigliava a una freccia, si entrava dal parabrezza, non c’erano le portiere, il piantone dello sterzo si muoveva per far entrare il pilota. 3,58 metri di lunghezza, 85 cm di altezza da terra in totale, passo corto e 700kg di peso. Due giganteschi scarichi decentrati a sinistra, un rombo pauroso. Dieci anni prima del film Blade Runner, Bertone e Gandini avevano visto il futuro.
Un anno dopo, sempre al salone di Torino, viene presentata la concept car Stratos HF con, udite udite, il propulsore V6 della Dino Ferrari. L’anno dopo interviene il terzo genio, Enzo Ferrari in persona, che decide di fornire 500 motori alla Lancia per il progetto Stratos. La storia sportiva della Stratos inizia prima che ricevesse l'omologazione Gruppo 4 proprio in quell’anno, prenderà parte alla sua prima gara nelle mani di Sandro Munari, nientemeno che al Tour de Corse, dove il brillante pilota italiano abbandonerà nella seconda unità costruita della vettura, a causa di un problema alle sospensioni.
Un mese dopo, il fallimento si sarebbe ripetuto nel Rally spagnolo Costa del Sol. Come ogni buona macchina da corsa, l'affidabilità nelle competizioni ha avuto i suoi effetti, e girare come prototipo Gruppo 5 aiutò a rilevare problemi prima che la macchina fosse già in produzione. Nel 1973 la Stratos fece un'altra apparizione in Spagna, questa volta vincendo il Firestone Rally, mentre un mese dopo ottenne un ottimo secondo posto alla Targa Florio. Cominciò ad essere temuta, gli scettici a fare le prime smorfie, sentite il sapore della leggenda? Anche il Tour de France del settembre '73 fu vinto con classe da Munari, che cominciava ad avere feeling con la complicata ma efficace idea geniale.
Nel '74 la vettura otterrà l'omologazione Gruppo 4, e con essa la Lancia vincerà i titoli del Campionato Costruttori nel '74, '75 e 1976. In quest'ultimo anno la Stratos domina a volontà, ottenendo numerose doppiette, triplette e la quarta vittoria consecutiva al Montecarlo. Nel 1977 la Fiat deciderà di porre fine alla carriera della Stratos per avvantaggiare e dare la possibilità di vincere alla sua Fiat 131 Abarth, opzione commercialmente più interessante, in quanto aiuterebbe a vendere la nuova berlina italiana. Ma la Stratos resterà attiva fino alla scadenza della sua omologazione nel 1982, e la sua competitività era tale che continuò a vincere per diverso tempo anche con i piloti privati ottenendo comunque importanti vittorie, come nel Monte Carlo del 1979.
L'auto fu progettata in ogni piccolo dettaglio per vincere i rally. I pannelli anteriore e posteriore potevano essere rimossi in pochi secondi per offrire un facile accesso alle parti sottostanti. Il telaio in acciaio era immensamente robusto e consentiva all'auto di funzionare altrettanto efficacemente su asfalto o sterrato. L'unica cosa che sorprese tutti la prima volta fu quanto fosse piccola. La lunghezza complessiva dell'auto era 135 mm più corta della Renault Alpine A110, per esempio. E queste dimensioni ridotte risultarono l'ideale. Le strade da rally in asfalto erano sempre tortuose, e una delle idee fu, se è facile da guidare su strade piccole dovrebbe essere abbastanza adattabile in tutti i tipi di condizioni. Fu la prima volta che fu costruita un'auto basata sui principi della guida da rally. Normalmente si partiva da un'auto di serie e la si adattava alle competizioni.
Dopo la fine della sua omologazione, speculazioni e il basso numero di unità prodotte hanno contribuito a mantenerla come una leggenda vivente con prezzi da capogiro, e ora può partecipare a eventi classici, dove le nuove generazioni di appassionati di rally continuano ad essere attratte dal suo enorme fascino.
Dopotutto, è stata spesso riconosciuta come l'auto da rally più bella di tutti i tempi. Ha gettato le basi per un'intera generazione di design negli anni '70, con la forma a "freccia", ponendo allo stesso tempo le basi per l'idea dell'auto da rally Gruppo B. D’altronde, la Stratos vinceva le gare classiche così come le gare su lunghe distanze. Un mito. E invito da questo podcast, per i super tecnici, a cercare alcuni dettagli progettuali che sono troppo specifici per essere discussi qui. Parleremo di altre auto leggendarie, ma vi avverto: sarà difficile non considerare la Stratos come quello che in America si definisce GOAT, Great of all time.
Sapete il dibattito fra Messi e Maradona, fra Jordan e Lebron? Ecco appunto. Fra le auto, la Stratos è sempre in qualunque confronto a due, e spesso vince.